giovedì 11 giugno 2009

...DANNO...

Siete tornati Alla Spezia dopo tre anni, un periodo abbastanza lungo nel quale oltre al disco “Anima e Ghiaccio” ci sono stati altri progetti; ma quanto è cambiata la società che vi circonda e inevitabilmente influenza il vostro modo di scrivere?
Tutto cambia…e tutto si trasforma in teoria, per cui è facile risvegliarsi un giorno e guardarsi indietro e trovare tanti dubbi al posto delle vecchie certezze sui cui avevi fondato la tua vita. Credevo o meglio speravo in un genere umano più capace di volersi bene, di prendersi cura di se stesso e invece noto tutti i sintomi di una forte tendenza all’autodistruzione, come se ci fossimo dichiarati guerra da soli. E se un tempo l’autodistruzione era a suo modo una forma di ribellione e di libertà, oggi è tanto fashion quanto il resto dei prodotti esposti in vetrina. Oggi è tutto molto maleducato, come se provare un po’ di amore verso se stessi o verso gli altri fosse da sfigati. Oggi va di moda il bullo, vanno di moda le pistole, i coltelli e i tirapugni come loghi sulle magliette; oggi nei videogiochi non piloti piu’ astronavi in guerra contro gli invasori alieni, ma fai il pusher che deve conquistare la sua piazza di spaccio. E in tutto questo fatico sempre di piu’ a trovare i motivi per sorridere, per questo se ieri scrivevo “Odio pieno”, oggi mi sento di dire che il Colle scrive per quel poco di amore che è rimasto, verso quelle poche cose o persone che ancora ci danno un senso alla vita.

Siete in giro ormai da una quindicina di anni, usciti indenni da tutte le fasi del movimento hip hop in Italia, dai primissimi anni underground a questi ultimi in cui si è consolidato come genere “per tutti”. Come è cambiato il vostro pubblico e il suo approccio alla vostra musica?
Ah, vallo a sapere, in realtà vedo moltissimi giovani, il che mi fa piacere, vuol dire che nonostante per scelta abbiamo deciso di non fare un rap troppo “da ragazzini”, le nuove generazioni apprezzano e vogliono sapere; mi chiedono com’era tempo fa o capiscono che il rap lo sappiamo fare. Vedo anche molti della nostra età e con loro c’e’ una sorta di affetto sincero, una sorta di legame generazionale che unisce tutti quelli che hanno vissuto l’epoca in cui Neffa regalava piccoli momenti di magia quotidiana con i suoi freestyle sui palchi. In realtà io penso che i supporters del Colle abbiano con noi un rapporto che non si basa solo sulla musica, c’e’ una sorta di “fiducia” che entra in gioco, basata sul fatto che non si sono mai sentiti traditi da noi. Probabilmente mettiamo molto nei testi, e questo fa si che al di la della musica nuda e cruda si crei un legame anche “mentale”, di “attitudine”, fra noi e i nostri fans piu’ accaniti. Quasi a dire “crediamo nella stessa cosa”.

Voi che della coerenza e dell’amore per quello che producete avete sempre fatto un cavallo di battaglia, come vi rapportate ad una scena che ultimamente spinge e produce modelli copiati dalla scena americana; gangsters più che da rappers?
Eh, ti dico una cosa: io sono il primo ad essermi ispirato tantissimo agli americani, la differenza è che prima i modelli erano diversi. Quando abbiamo fatto “Scienza Doppia H” io ero molto preso dalle cose Rawkus e dai discorsi sull’hip hop underground da backpacker (come vengono chiamati in America i nerd dell’hip hop). Anche quello era copiare o comunque ispirarsi, lo dico senza vergogna. Oggi va di moda il criminale, ritorniamo al discorso di prima, è cambiata la società e di riflesso è cambiato il rap, e io oggi non lo ascolto più tanto. Dico una cosa brutta, che ha già detto Bean prima di me: da quando ho cominciato a capire bene i testi, il rap mi è sembrato sempre piu’ una musica lontana dal mio modo di vedere il mondo. E anche la musica è cambiata, le basi di oggi non dico che siano brutte, anzi, è che hanno un’altra intenzione. All’inizio il rap non era nato per far ballare le spogliarelliste al palo, era più grezzo, aveva più di inventiva. Oggi tutti fanno la stessa cosa, tutti hanno gli stessi suoni e tutti bene o male ripetono sempre gli stessi concetti. Per fortuna che c’è Sean Price che mi tiene in vita insieme a Ghostface, Doom e pochi alt

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